Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Priamo
Seneca tragico e il popolo in scena: il caso delle Troades
“tragedia di popolo” TRD è l’unica tragedia di S. dove i singoli personaggi sono parte di un dramma collettivo: il coro è perciò spesso spettatore ed eco delle loro sventure e lamentazioni e perciò coprotagonista della tragedia
Le “fragili” architetture di Troia nelle Troades senecane. Tra metafora e metateatro
classificazione delle immagini architettoniche di TRD, strettamente legate agli aspetti metateatrali della tragedia: mediante la torre di Troia – palcoscenico per il sacrificio di Astianatte e Polissena – S. allude all’inevitabile precipizio della sorte (valido tanto per Troia quanto per Roma), rinvenibile anche nel contrasto tra rovine e fumo del presente e il fasto antico
Seneca Agamemnon 766-68 (Leo)
in GMM 766-768 allusione a Priamo e richiamo a Verg. A. II, 557-558: le Furie sono quelle di Priamo, non quelle di Ifigenia.
Elementi di tradizione epica nell’Agamemnon di Seneca
tema della “rivincita” dei Troiani sui Greci in GMM 421-578; GMM intessuto di allusioni epiche; scansione topica del racconto di tempesta in sei fasi: antecedenti, intervento scatenante della divinità, descrizione, reazioni umane, conseguenze, esito; rapporti intertestuali con Hom. Od. III, 276-300; V, 269-404; XII, 403-450; A.R. II, 163-173. 1093-1122; IV, 1689-1713; Ov. met. XI, 410-748; importanza del precedente narrativo ovidiano; particolarità della resa di GMM rispetto alla tradizione
Persistence of Virgilian memories
reminiscenze virgiliane ed ovidiane in NTR: in III, 27, 14 S. cita Ov. met. I, 290 avendo però in mente Verg. A. II, 460 e sostituisce latent ovidiano con labant virgiliano.
Forme riflessive nelle tragedie di Seneca
Studio linguistico: analisi delle forme verbali riflessive nelle tragedie di S., per valutarne la consistenza, l’originalità e il significato (partendo dal presupposto che nella prosa S. ne fa un uso cospicuo e caratteristico come “linguaggio dell’interiorità”). Le forme sono divise in categorie (verbali e nominali, quelle verbali in dirette e indirette) e analizzate, inserendole in un quadro stilistico e corredandole di riferimenti ad altri passi di S. e ad altri autori. Si conferma il prevalere del riflessivo sul mediopassivo nella lingua latina e la preferenza di S. per questo strumento; sul piano stilistico, le forme riflessive rivelano un ripiegamento dei personaggi senecani sull’abisso della propria anima
Finale di tragedia: il destino di Ippolito dalla Grecia a Roma
Analisi della parte finale di PHD, relativamente alla parte della morte di Ippolito; esame delle divaricazioni più notevoli tra l’Ippolito euripideo e il finale di tragedia di S.: mentre la lysis euripidea ha una funzione distensiva dopo il trauma del riconoscimento, in S. la sezione si trasforma in un prolungato rito funebre, che perpetua il dolore in modo crudele e privo di pietas; il motivo dello scempio del cadavere si ritrova in Leucippe e Clitofonte di Achille Tazio (morte di Caricle) e nel XV libro delle Metamorfosi di Ovidio (Ippolito-Virbio); lo sparagmós di Ippolito ha un precedente nelle Baccanti di Euripide. L’A. non esclude la possibilità di una fonte diretta greca perduta alla base della PHD, oppure di un intermediario latino come Accio; afferma però che S. risente anche della familiarità dei Latini con le descrizioni ricche di pathos e con l’immaginario collettivo del presente legato alle guerre civili. Inoltre sottolinea l’importanza dell’antiteismo della tragedia di S. e la sua differenza dall’Ippolito euripideo: in S. il gesto paterno della ricomposizione delle membra sembra destinato a perpetuare la ricerca della pacificazione interna del personaggio
Ad Senecae tragoedias
correzioni a TRG; in HFU 1156-1159 tra parentesi exurge virtus; in TRD 46-50 virgola prima di libens; in TRD Andromaca pronuncia anche ne prodat aliquis (492), mentre amove testes doli è detto dal senex; TRD 491 prima di 494; TRD 496 dopo la replica del senex in 495; in TRD 746-748 tra parentesi la parole da quae a potest; PHN 320-347 non vanno attribuiti ad Antigone; in PHN 456 leggere forse domate Martem pace; in PHN 591-595 leggere regia frater meus / habitat superba: parva me abscondat casa? / hanc date repulso: liceat exiguo lare / pensare regnum? Coniugi donum datus; in MED 193 leggere roget; in MED 516-517 tra parentesi et hic maior metus; in MED 597 leggere sat; in PHD 655 leggere tuusve; in PHD 1027-1030 il riferimento è al tumulto del mare, non al mostro; in DPS 63 leggere novaeque circa funus; in DPS 276-286 285 dopo 279; DPS 439-440 dopo 441; in GMM 134 non porre punto e virgola dopo pectus; in GMM 229-233 due punti dopo deos e Aegisthe; in GMM 240 leggere referimur; in GMM 857 non aggiungere omne; in THS 660-661 invertire l’ordine dei versi; in THS 789-884 punto interrogativo al fondo di 813 e 814